Il passaparolaI social media
non sono una semplice moda passeggera o un settore riservato
ad adolescenti e fanatici di computer, sono una rivoluzione nel
nostro modo di comunicare. Come spiega Chiu Man, in questo
nuovo mondo, dove la comunicazione è fortunatamente molto
economica, le organizzazioni di volontariato possono avere un
raggio dazione senza precedenti.
Come si fa a raggiungere centinaia di migliaia di potenziali
sostenitori e incoraggiarli non solo ad abbracciare una causa
ma anche a coinvolgere amici e parenti? Cinque anni fa lunica
risposta a questa domanda sarebbe stata: Bisogna avere
un considerevole budget per il marketing ma oggi anche
le organizzazioni di volontariato con fondi limitati a disposizione
possono fare grandi cose con un po di conoscenza del web
2.0 e una certa apertura mentale.
Fino a poco tempo fa per essere presenti su internet bisognava
addentrarsi nel difficile mondo della programmazione web, un
passo che per molti equivaleva ad imparare una lingua aliena
e veniva lasciato più che altro a cervelloni e fanatici
del settore. Ma con lavvento dei social media (un termine
generale che si riferisce a siti di social networking come Facebook,
Twitter e LinkedIn) anche i profani possono creare contenuti
e condividerli con un pubblico appassionato e interessato. Imparare
il gergo non è più un rito di passaggio e avere
accesso ad un computer non è più un requisito.
Oggi vari dispositivi mobili permettono allutente di interagire
con una serie di network attraverso i social media semplicemente
premendo un pulsante virtuale.
La nuova parola dordine (o piuttosto lacronimo dordine)
è SMO: Social Media Optimisation. Una volta
lobiettivo di tutte le organizzazioni di volontariato era
quello di indirizzare più utenti possibile al loro sito
web e il successo online si misurava in base al numero di contatti
raggiunti. Oggi limportante è far sì che
i propri contenuti e messaggi siano visti e assimilati attraverso
la piattaforma che permette di raggiungere il maggior numero
di utenti. Indipendentemente dalla loro dimensione, le organizzazioni
al passo coi tempi dispongono solitamente di un blog (più
informale e schietto del contenuto formale del sito
internet), una pagina su Facebook (e magari su MySpace), un profilo
su Twitter e dei widget che permettano allutente
di pubblicare il loro contenuto sulla sua pagina o sul suo sito.
E la parte migliore è che è tutto gratuito.
LIFES TWEET
Molte organizzazioni di volontariato consideravano questo tipo
dimpegno online come qualcosa di facoltativo e, comè
comprensibile, hanno aspettato di vedere se i social media fossero
un fenomeno duraturo. Ora, tuttavia, il potere del social networking
è fuor di dubbio: Facebook ha più di 500 milioni
di utenti nel mondo e Twitter ne ha più di 190 milioni.
Sembra che tutti abbiano una loro opinione o almeno qualcosa
da dire e che vogliano farlo sapere al mondo intero. Nel caso
di Facebook ciò significa 700 aggiornamenti al secondo
e Twitter non si allontana molto con 600 tweet al secondo. Immaginate
se anche solo una piccola parte di questi interventi contenesse
importanti messaggi sul lavoro dellEPDA.
Insieme ad altri membri dellEPDA ho recentemente partecipato
ad una giornata di formazione nellambito della campagna
di sensibilizzazione Can You Feel My Pain (cfr. pag.
3). Avevamo già fatto qualche incursione in questarena
con YouTube, RSS e Wikipedia ma, viste le risorse limitate, faticavamo
a giustificare ulteriori spese e sforzi per la nostra presenza
sul web.
Fortunatamente i formatori riuscirono a convincerci molto rapidamente
che il nostro ostacolo principale non erano i fondi ma che avevamo
semplicemente bisogno di strumenti nuovi per massimizzare i nostri
sforzi di marketing. È sorprendente vedere come un semplice
messaggio su un network possa diffondersi ad altri social network
generando una proliferazione esponenziale. Qualsiasi guru della
pubblicità potrebbe solo sognare di raggiungere un pubblico
così vasto!
Così come i giornali e le riviste a cui siamo abbonati
vengono consegnati direttamente a casa nostra, i social media
trasmettono informazioni direttamente al nostro computer o dispositivo
portatile. Non siamo obbligati a leggere i messaggi ma possiamo
dargli unocchiata quando ne abbiamo voglia o quando qualcosa
attira la nostra attenzione. Sempre più utenti di internet
stanno scoprendo come il social networking offra la possibilità
di mantenere i contatti e tenersi informati senza doversi incontrare
di persona. Forse non tutti ne saranno entusiasti ma i social
media hanno ormai preso piede e le organizzazioni di volontariato
che vogliono massimizzare la propria influenza corrono un grave
rischio ad ignorarli.
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