Parkinson, occasione persa.
Dopo i primi risultati eccezionali la ricerca va a rilento.
di Carlo Alberto Redi *
(20 gennaio 2005)
Ad oggi, sono 487 i malati di Parkinson che hanno ricevuto trapianti di cellule staminali provenienti da aborti: circa 400 pazienti sono decisamente migliorati, nessun beneficio solo in 3 casi e nei rimanenti 60 sono comparsi tremori che prima del trapianto non vi erano. Sono risultati eccezionali per una prima sperimentazione. Se, ad esempio, fossero stati ottenuti da un farmaco sperimentale, un'industria ci avrebbe investito una gran quantità di soldi per fare subito le verifiche finali, quelle per scoprire se è una nuova cura o no. Invece è tutto fermo. Dal 2003, anno della dell'ultima sperimentazione conclusa con successo non sono stati pubblicate altre prove. Ne si sa, nonostante il gran parlare di staminali sui media, di stanziamenti pubblici o privati per continuare la sperimentazione. Cosa è successo?
Un primo stop venne dai risultati, apparentemente contraddittori. Una successiva analisi, pubblicata su "Nature Neuroscience" invece non solo accertavano i benefici riscontrati sui malati ma dimostrava che sono duraturi. Inoltre alcuni sofisticati esami hanno rivelato che le staminali impiantate attecchiscono, si trasformano in neuroni maturi e questi producono proprio la sostanza che, venendo a mancare, causa il Parkinson.
Senza addentrarsi ulteriormente nel dibattito scientifico (i relativi articoli sono su prestigiose riviste scientifiche comodamente consultabili via Internet e posso fornire la bibliografia a chi fosse interessato) rimane inspiegabile come l'opportunità offerta dalle staminali da aborto (assimilabile dal punto di vista bioetico a un trapianto da donatore cadavere) sia così inesplorata. Sorprende poi la impreparazione dei decisori politici di fronte a questo tipo di risultati: il fatto che non si decida per un investimento serio, forte, che non si chiamino a raccolta i migliori biologi e medici per giungere presto ad una cura del morbo di Parkinson. E chissà poi per quali altre malattie.
* Dir. Laboratorio Biologia dello Sviluppo, Un. di Pavia
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Questo testo era pubblicato su Internet nella pagina http://www.repubblica.it/supplementi/salute/2005/01/20/primopiano/008cas4328.html, del 20 gennaio 2005, non più in linea.