BRUXELLES Di compromesso
in compromesso, alla fine il consiglio Ue ha trovato un accordo
sui finanziamenti europei riguardanti la ricerca sulle cellule
staminali embrionali. Con il voto determinante di Italia e Germania,
è stato quindi dato il via libera alla sperimentazione
su cellule embrionali staminali appartenenti a nuclei cellulari
già distrutti, dunque non utilizzabili in alcun modo al
fine di una possibile gravidanza.
Nel documento è stato infatti ribadito un no netto alla
possibilità di finanziamento di progetti di ricerca che
comportino la distruzione di embrioni umani ancora «potenzialmente»
utili al fine della procreazione assistita.
Al momento, dunque, si potrà fare ricerca, con finanziamenti
comunitari, solo su quelle cellule embrionali, stoccate in numero
cospicuo in molti Paesi europei, che non hanno più le
caratteristiche per essere impiantate ma che, senza questo nuovo
accordo, non si sarebbero potute utilizzare neppure per la ricerca.
Il ministro della Ricerca scientifica, Fabio Mussi, si è
detto soddisfatto dell'esito del consiglio europeo. «Al
Senato italiano ha spiegato mi ero impegnato a
trovare una convergenza con la Germania, Paese con cui l'Italia
mesi fa aveva costituito una minoranza di blocco; questo risultato
è stato ottenuto».
Al voto finale hanno infatti partecipato non solo la Germania
ma anche il Lussenburgo, mentre sono rimaste contrarie Austria,
Malta, Slovacchia, Lituania e Polonia. Adesso il «compromesso»
tornerà, in seconda lettura, al Parlamento Europeo per
la stesura definitiva.
Un nodo, tuttavia, non è stato volutamente sciolto, quello
che il ministro Mussi, invece, intendeva portare avanti con forza,
ovvero la questione del termine ultimo per l'impiantabilità
degli embrioni, data oltre la quale i medesimi si devono considerare
inutilizzabili. «La questione posta dall'Italia
ha precisato Mussi rimane per ora sospesa e verrà
approfondita successivamente».
Questione, dunque, che potrebbe essere anche affrontata entro
il 2013, data in cui l'accordo di ieri dovrà essere ridiscusso.
«Apprezziamo la linea italiana sostenuta dal ministro Mussi
ha commentato Emanuela Baio Dossi, senatrice dell'Ulivo
ed esponente cattolica perché il suo è stato
un no chiaro ed inequivocabile alla distruzione degli embrioni
a fini di ricerca».
Di diverso avviso il capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volontè,
che proporrà (durante il question time a Montecitorio)
una serie di domande a Prodi tra cui quella su «quali indicazioni
ha fornito al ministro Mussi per impedire il finanziamento alle
ricerche sulle staminali embrionali».
Contrario alla decisione finale Ue anche Sandro Bondi, coordinatore
di Forza Italia. «L'intesa raggiunta da Mussi ha
commentato è uno strappo rispetto alla legislazione
italiana ed è frutto di un nuovo colpo di mano del governo
Prodi che senza consultare in alcun modo il Parlamento si è
addirittura speso per chiudere frettolosamente un accordo di
compromesso che spacca in due l'Europa».
Replica di Mussi. «Così l'Italia torna nello spazio
europeo della ricerca».
Per quanto riguarda il mondo scientifico, Bruno Dalla Piccola,
direttore dell'istituto di genetica all'Università La
Sapienza di Roma, giudica «positiva la linea adottata dal
Consiglio europeo perché non c'è stato scollamento
sulla posizione che non vuole distruggere gli embrioni: prendiamo
atto, insomma, che non è stato fatto nessun passo in avanti
verso una ricerca che distrugge gli embrioni. Però rimaniamo
vigili sulla questione più scottante, quella della cut-off
date».
Il rinvio del dibattito per definizione di un termine (cut-off
date) per l'impiantabilità degli embrioni, oltre il quale
stabilire che gli embrioni crioconservati sono utilizzabili ai
fini della ricerca, non sorprende Giulio Cossu, direttore dell'Istituto
Cellule Staminali del San Raffaele di Milano: «Già
dal punto di vista scientifico la decisione di una cut-off date
è difficile e non ci sono dati soddisfacenti sulla letteratura
scientifica. Quindi una posizione prudente ce la si poteva aspettare,
speriamo che in futuro ci sia invece una posizione più
precisa, anche perchè decidere adesso avrebbe scatenato
reazioni molto forti. Quello che c'è scritto in questo
Programma Quadro però conclude Cossu è
la stessa cosa che è contenuta in quello precedente. Non
ci sono state novità, anche se mi avrebbe fatto piacere
vedere una decisione sulla cut-off date".
Stephen Hawking, il celebre scienziato bloccato da una malattia
degenerativa dei neuroni motori su una sedia a rotelle e capace
di parlare solo via computer, ha attaccato duramente quelle che
definisce «forze reazionarie» che in America e nell'Ue
tentano di bloccare le ricerche sulle cellule staminali embrionali.
Hawking, in una dichiarazione al quotidiano «Independent»,
critica il presidente Usa George Bush e quei governi europei
che vogliono fermare i finanziamenti alla ricerca sulle cellule
staminali tratte da embrioni umani, che promette di generare
cure per malattie oggi incurabili.
«L'Europa afferma Hawking non deve seguire
la guida reazionaria del presidente Bush, che ha di recente posto
il veto da una legge passata dal Congresso e sostenuta dalla
maggioranza del popolo americano che avrebbe consentito finanziamenti
federali per le ricerche sulle cellule staminali. Questa ricerca
spiega Hawking è la chiave per sviluppare
cure per malattie degenerative come il morbo di Parkinson e quella
che colpisce i neuroni motori, dalla quale siamo stati colpiti
io e molti altri».
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Questo testo era pubblicato su Internet nella pagina http://www.gazzettadelsud.it/index.asp?Pagina=edizioni.asp&Edizione=edz-es.asp&ART=001&PAG=09,
del 25 luglio 2006, ora non più disponibile in linea. |