Accordo di compromesso sulle cellule embrionali che non hanno più le caratteristiche per essere impiantate.
Staminali, sì della Ue alla ricerca. Determinante il voto favorevole di Italia e Germania.
di Elena G. Polidori
(25 luglio 2006)

BRUXELLES – Di compromesso in compromesso, alla fine il consiglio Ue ha trovato un accordo sui finanziamenti europei riguardanti la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Con il voto determinante di Italia e Germania, è stato quindi dato il via libera alla sperimentazione su cellule embrionali staminali appartenenti a nuclei cellulari già distrutti, dunque non utilizzabili in alcun modo al fine di una possibile gravidanza.
Nel documento è stato infatti ribadito un no netto alla possibilità di finanziamento di progetti di ricerca che comportino la distruzione di embrioni umani ancora «potenzialmente» utili al fine della procreazione assistita.
Al momento, dunque, si potrà fare ricerca, con finanziamenti comunitari, solo su quelle cellule embrionali, stoccate in numero cospicuo in molti Paesi europei, che non hanno più le caratteristiche per essere impiantate ma che, senza questo nuovo accordo, non si sarebbero potute utilizzare neppure per la ricerca.
Il ministro della Ricerca scientifica, Fabio Mussi, si è detto soddisfatto dell'esito del consiglio europeo. «Al Senato italiano – ha spiegato – mi ero impegnato a trovare una convergenza con la Germania, Paese con cui l'Italia mesi fa aveva costituito una minoranza di blocco; questo risultato è stato ottenuto».
Al voto finale hanno infatti partecipato non solo la Germania ma anche il Lussenburgo, mentre sono rimaste contrarie Austria, Malta, Slovacchia, Lituania e Polonia. Adesso il «compromesso» tornerà, in seconda lettura, al Parlamento Europeo per la stesura definitiva.
Un nodo, tuttavia, non è stato volutamente sciolto, quello che il ministro Mussi, invece, intendeva portare avanti con forza, ovvero la questione del termine ultimo per l'impiantabilità degli embrioni, data oltre la quale i medesimi si devono considerare inutilizzabili. «La questione posta dall'Italia – ha precisato Mussi – rimane per ora sospesa e verrà approfondita successivamente».
Questione, dunque, che potrebbe essere anche affrontata entro il 2013, data in cui l'accordo di ieri dovrà essere ridiscusso. «Apprezziamo la linea italiana sostenuta dal ministro Mussi – ha commentato Emanuela Baio Dossi, senatrice dell'Ulivo ed esponente cattolica – perché il suo è stato un no chiaro ed inequivocabile alla distruzione degli embrioni a fini di ricerca».
Di diverso avviso il capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volontè, che proporrà (durante il question time a Montecitorio) una serie di domande a Prodi tra cui quella su «quali indicazioni ha fornito al ministro Mussi per impedire il finanziamento alle ricerche sulle staminali embrionali».
Contrario alla decisione finale Ue anche Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia. «L'intesa raggiunta da Mussi – ha commentato – è uno strappo rispetto alla legislazione italiana ed è frutto di un nuovo colpo di mano del governo Prodi che senza consultare in alcun modo il Parlamento si è addirittura speso per chiudere frettolosamente un accordo di compromesso che spacca in due l'Europa».
Replica di Mussi. «Così l'Italia torna nello spazio europeo della ricerca».
Per quanto riguarda il mondo scientifico, Bruno Dalla Piccola, direttore dell'istituto di genetica all'Università La Sapienza di Roma, giudica «positiva la linea adottata dal Consiglio europeo perché non c'è stato scollamento sulla posizione che non vuole distruggere gli embrioni: prendiamo atto, insomma, che non è stato fatto nessun passo in avanti verso una ricerca che distrugge gli embrioni. Però rimaniamo vigili sulla questione più scottante, quella della cut-off date».
Il rinvio del dibattito per definizione di un termine (cut-off date) per l'impiantabilità degli embrioni, oltre il quale stabilire che gli embrioni crioconservati sono utilizzabili ai fini della ricerca, non sorprende Giulio Cossu, direttore dell'Istituto Cellule Staminali del San Raffaele di Milano: «Già dal punto di vista scientifico la decisione di una cut-off date è difficile e non ci sono dati soddisfacenti sulla letteratura scientifica. Quindi una posizione prudente ce la si poteva aspettare, speriamo che in futuro ci sia invece una posizione più precisa, anche perchè decidere adesso avrebbe scatenato reazioni molto forti. Quello che c'è scritto in questo Programma Quadro però – conclude Cossu – è la stessa cosa che è contenuta in quello precedente. Non ci sono state novità, anche se mi avrebbe fatto piacere vedere una decisione sulla cut-off date".
Stephen Hawking, il celebre scienziato bloccato da una malattia degenerativa dei neuroni motori su una sedia a rotelle e capace di parlare solo via computer, ha attaccato duramente quelle che definisce «forze reazionarie» che in America e nell'Ue tentano di bloccare le ricerche sulle cellule staminali embrionali. Hawking, in una dichiarazione al quotidiano «Independent», critica il presidente Usa George Bush e quei governi europei che vogliono fermare i finanziamenti alla ricerca sulle cellule staminali tratte da embrioni umani, che promette di generare cure per malattie oggi incurabili.
«L'Europa – afferma Hawking – non deve seguire la guida reazionaria del presidente Bush, che ha di recente posto il veto da una legge passata dal Congresso e sostenuta dalla maggioranza del popolo americano che avrebbe consentito finanziamenti federali per le ricerche sulle cellule staminali. Questa ricerca – spiega Hawking – è la chiave per sviluppare cure per malattie degenerative come il morbo di Parkinson e quella che colpisce i neuroni motori, dalla quale siamo stati colpiti io e molti altri».

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Questo testo era pubblicato su Internet nella pagina http://www.gazzettadelsud.it/index.asp?Pagina=edizioni.asp&Edizione=edz-es.asp&ART=001&PAG=09, del 25 luglio 2006, ora non più disponibile in linea.