I cibi possono interferire
significativamente sull'assorbimento del principale farmaco antiparkinsoniano,
la levodopa, aminoacido che i neuroni del nostro organismo trasformano
in dopamina, sostanza costituente delle proteine e prodotta dai
neuroni della cosidetta "sostanza nera" del cervello.
Il morbo di Parkinson colpisce circa il 3 per mille della popolazione
e circa l'1% degli over-65. Sebbene sia poco conosciuta al grande
pubblico, si calcola che in Italia ne siano colpite più
di 220.000 persone, costringendo anche le loro famiglie a convivere
con gli effetti invalidanti di questa malattia cronica che riduce
progressivamente l'autonomia motoria. Uno studio recente, presentato
anche al World Parkinson Congress di Washington e condotto da
Michela Barichella, specialista in scienza dell'alimentazione,
ha evidenziato che l'utilizzo di prodotti a basso contenuto proteico
migliorano la risposta terapeutica nei parkinsoniani ottimizzando
l'assorbimento della levodopa.
"La necessità di proporre una dieta specifica ai
pazienti trattati farmacolgicamente con la levodopa", spiega
Barichella al convegno "Problemi nutrizionali nella Malattia
di Parkinson" promosso dall'Associazione Italiana Parkinsoniani,
"nasce dall'aver constatato che la composizione dei pasti
può interferire con l'efficacia della terapia". "Grazie
a questo studio clinico mirato, della durata di 16 settimane",
prosegue "abbiamo potuto dimostrare come l'utilizzo di alimenti
a basso contenuto proteico, assunti nella prima parte della giornata
in sostituzione agli alimenti comuni, migliori la performance
motoria dei pazienti che presentano fluttuazioni" riducendo
significativamente i periodi di grande lentezza e difficoltà
di movimento. "Il consumo di alimenti ipoproteici è
così consigliabile a tutti coloro che lamentano blocchi
post-prandiali", aggiunge Barichella ricordando che questi
non sono comunque gli unici sintomi di questa patologia che,
oltre ai classici segni cardinali (tremore a riposo, rigidità
e lentezza nell'esecuzione dei movimenti) e la compromissione
dei riflessi muscolari (che dipendono dalla posizione del corpo
nello spazio), annovera spesso anche disturbi fisici e psichici.
Per questo, conclude la dietologa "consigliamo ai pazienti
che hanno un peso fuori norma, o qualsiasi altro problema nutrizionale,
di rivolgersi al servizio dietetico del Centro Parkinson che
ha elaborato opuscoli specifici per consigli e schemi dietetici
appropriati basati sul proprio peso corporeo".
(Info: telefono amico dell'AIP: 06.77250779, mart. merc. giov.)
Copyright La Repubblica - Salute.
Questo testo era pubblicato su Internet nella pagina http://www.repubblica.it/supplementi/salute/2006/11/16/medicinaterapie/019ant51219.html,
del 16 novembre 2006, ora non più disponibile in linea. |