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Verso la correzione dei
circuiti cerebrali. Mario Manfredi, Presidente della Società Italiana di Neurologiana (11 gennaio 2007) |
A diagnosi certa, raramente è
possibile identificare a colpo sicuro il medicamento più
adatto al singolo paziente: progredirà la ricerca dell'assetto
genetico che condiziona la risposta individuale ai farmaci. La
natura ha scelto di non fare rigenerare il cervello, poiché
i neuroni "imparano cose" e non sono intercambiabili.
Ma a livello di fibre nervose, per esempio per l'esecuzione dei
movimenti volontari, una rigenerazione sarebbe funzionalmente
utile. Si sta cercando di capire dove avviene il blocco alla
ricrescita e come superarlo. Per lo stesso motivo sostituire
una cellula nervosa con un'altra ha senso solo in alcuni circuiti
elementari. Si è provato con i gangli nervosi responsabili
del Parkinson e della Corea, ma le cellule trapiantate non riescono
a connettersi bene. Identificare e ricostruire gli stimoli chimici
che stabiliscono dei contatti fra cellule richiederà almeno
10-20 anni. Evitare che le cellule nervose degenerino e muoiano è un'impresa titanica. Sta avanzando lo studio delle cause della neurodegenerazione, conoscenza necessaria per tentare di contrastarla. Più fattibile è imprimere nuovi impulsi ai centri cerebrali, per correggere circuiti inattivi o iperattivi. La tecnologia consente di raggiungere molti bersagli cerebrali utili, e la metodica è già applicata nel Parkinson. Identificare nuovi bersagli per altre condizioni morbose è a portata di mano. Copyright La Repubblica. Questo testo era pubblicato su Internet nella pagina http://www.repubblica.it/supplementi/salute/2007/01/11/primopiano/005neu5185.html, dell'11 gennaio 2007, ora non più disponibile in linea. |