Chi affronta il Parkinson a passo di danza. Tecnologica.
di Federico Terrazza
(Venerdì di Repubblica, 27 ottobre 2006)

In uno spettacolo i movimenti degli artisti, ripresi da sensori, vengono trasformati in suoni e immagini. Ecco come gli scienziati hanno deciso di "copiare" quel procedimento per combattere le malattie neurologiche.

Dal passato al futuro si può arrivare anche a passo di danza. A gettare un ponte tra le epoche e le discipline più varie è uno spettacolo multimediale da poco rappresentato al teatro Vascello di Roma e atteso per il prossimo dicembre (dal 12 al 16) al Festival Monaco Dance Forum del Principato di Monaco.
Il titolo, Pycta, prende spunto dalla celebre Camera Picta del Mantegna, più nota come Camera degli Sposi, nel Palazzo Ducale di Mantova. La performance, suggestiva e di forte impatto visivo, è tuttavia quanto di meno classico si possa immaginare. Alla sua realizzazione (regista Flaviano PizzardiJ hanno partecipato ballerine (coreografate da Lucia Latour), musicisti, ma anche architetti (Grazio Carpenzano), ingegneri ed esperti di computer grafica e videoproiezioni, con il supporto dei ricercatori del Dipartimento di scienze del movimento umano e dello sport dello lusm (Istituto universitario dì scienze motorie) di Roma.
Questo lungo elenco di soggetti per spiegare che Pycta non è solo uno spettacolo ricco di effetti speciali. Tutti i passi, le immagini proiettate e i suoni sono legati da un unico filo tecnologico che parte da marcatori posizionati sui corpi delle ballerine, passa per telecamere a infrarossi e computer e termina in videoproiettori e strumenti musicali digitali.
"I marcatori, riflettendo luce, trasmettono le coordinate delle ballerine alle telecamere" spiega Aurelio Cappozzo, direttore del dipartimento dello lusm. "Da qui le coordinate passano a computer che digitalizzano i movimenti delle danzatrici, trasformandoli in numeri. Questo flusso di dati viene poi trasferito a videoproiettori (che rimandano sulla scena animazioni 3D di varia natura, non sempre antropomorfe) e a strumenti musicali. La trasformazione del movimento in musica e immagini è assicurata da . algoritmi all'interno del computer".
Per fare tutto questo, il calcolatore ha bisogno di "conoscere" in anticipo la danzatrice. Ecco perché prima dello spettacolo vengono associati nella sua memoria i quarantasette marcatori che identificano ogni ballerina e la figura della danzatrice stessa. Durante la performance, poi, le nove telecamere (coadiuvate da sensori che rilevano altre caratteristiche dei danzatori, come per esempio l'attività elettrica dei muscoli) catturano il movimento sul palcoscenico, consentendo di tramutarlo in tempo reale prima in numeri e poi in immagini e suoni.
A fare di Pycta uno spettacolo all'avanguardia o perciò iI fatto che tutto ciò che avviene sul palco non è semplicemente esibito, ma creato in tempo reale, e le immagini e la musica che si sovrappongono ai movimenti delle ballerine sono proprio quelli che derivano dai passi compiuti in quel momento.
E qui il ponte lanciato tra arte e tecnologia prende anche un altro valore.
A Pycta infatti si è interessato l'Istituto auxologico italiano, un network : di istituti scientifici che si occupa dello studio e della cura dell'aterosclerosi, delle malattie neurodegenerative e neuromuscolari e, insieme allo lusm, ha avviato un progetto per mettere a punto terapie riabilitative per soggetti affetti da neurodegenerazioni come il Parkinson.
"In questi pazienti i disturbi del movimento sono condizionati dall'ambiente che li circonda" spiega Alessandro Mauro, professore di neurologia all'Università di Torino e direttore della Divisione di neurologia e neuroriabilitazione dell'Istituto auxologico di Piancavallo (Verbania). "Il nostro primo obiettivo è quindi realizzare una piattaforma sperimentale che, basandosi su un sistema di cattura dei movimenti simile a quello di Pycta, possa immergere il soggetto in un ambiente virtuale diverso da quello in cui realmente si trova per poi osservare le sue reazioni".
In che modo? Dotando la persona di un casco con display in grado di dialogare con telecamere che cattureranno il suo movimento in uno spazio chiuso. Il paziente sarà "proiettato" in un ambiente che ricercatori e medici potranno modificare a proprio piacimento, magari spostando oggetti all'improvviso, riducendo l'apertura di un varco o cambiando la disposizione dei muri.
"I fini di questo progetto sono due" continua Mauro. "Il primo è appunto la comprensione dei disturbi del movimento. Il secondo è creare terapie riabilitative ad hoc. E non escludo che anche per questo secondo fine ci si possa avvalere, per il training del paziente, anche di uno strumento di realtà virtuale simile al casco che useremo per capire i disturbi del soggetto".
Ma quanto bisognerà aspettare per avere i primi risultati? Non molto. Il progetto dovrebbe partire in tempi brevi e già all'inizio del prossimo anno si potranno condurre le prime sperimentazioni. "Ci vorranno, poi, almeno un paio d'anni per giungere a risultati concreti sulla comprensione dei disturbi del movimento", afferma Mauro.
Ma le ricerche che prendono avvio da Pycta non si limitano alla collaborazione lusm-Auxologico. E molte saranno nel campo dello sport e nel recupero dagli infortuni.
"Grazie a un sistema come quello alla base dello spettacolo" spiega Cappozzo "potremo studiare meglio il movimento delle ossa".
Si potranno, per esempio, conoscere più a fondo i problemi di cui soffre il ginocchio umano mettendo su tìbia e femore dei marcatori simili a quelli delle ballerine che, grazie alla stereofotogrammetria (la tecnica che consente un rilevamento a partire da una coppia di fotogrammi di una stessa zona ripresa da due punti diversi), permetteranno di ottenere immagini in tre dimensioni.
"E' chiaro che alcuni esperimenti non si potranno fare in vivo ma solo in vitro (su arti artificiali per esempio) per la necessità di mettere i marcatori in profondità" conclude Cappozzo. "Ma ci consentiranno comunque di approfondire le nostre conoscenze e magari mettere a punto protesi ossee o materiali sintetici per la sostituzione dei legamenti".
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