In uno spettacolo i movimenti
degli artisti, ripresi da sensori, vengono trasformati in suoni
e immagini. Ecco come gli scienziati hanno deciso di "copiare"
quel procedimento per combattere le malattie neurologiche.
Dal passato al futuro si può
arrivare anche a passo di danza. A gettare un ponte tra le epoche
e le discipline più varie è uno spettacolo multimediale
da poco rappresentato al teatro Vascello di Roma e atteso per
il prossimo dicembre (dal 12 al 16) al Festival Monaco Dance
Forum del Principato di Monaco.
Il titolo, Pycta, prende spunto dalla celebre Camera Picta del
Mantegna, più nota come Camera degli Sposi, nel Palazzo
Ducale di Mantova. La performance, suggestiva e di forte impatto
visivo, è tuttavia quanto di meno classico si possa immaginare.
Alla sua realizzazione (regista Flaviano PizzardiJ hanno partecipato
ballerine (coreografate da Lucia Latour), musicisti, ma anche
architetti (Grazio Carpenzano), ingegneri ed esperti di computer
grafica e videoproiezioni, con il supporto dei ricercatori del
Dipartimento di scienze del movimento umano e dello sport dello
lusm (Istituto universitario dì scienze motorie) di Roma.
Questo lungo elenco di soggetti per spiegare che Pycta non è
solo uno spettacolo ricco di effetti speciali. Tutti i passi,
le immagini proiettate e i suoni sono legati da un unico filo
tecnologico che parte da marcatori posizionati sui corpi delle
ballerine, passa per telecamere a infrarossi e computer e termina
in videoproiettori e strumenti musicali digitali.
"I marcatori, riflettendo luce, trasmettono le coordinate
delle ballerine alle telecamere" spiega Aurelio Cappozzo,
direttore del dipartimento dello lusm. "Da qui le coordinate
passano a computer che digitalizzano i movimenti delle danzatrici,
trasformandoli in numeri. Questo flusso di dati viene poi trasferito
a videoproiettori (che rimandano sulla scena animazioni 3D di
varia natura, non sempre antropomorfe) e a strumenti musicali.
La trasformazione del movimento in musica e immagini è
assicurata da . algoritmi all'interno del computer".
Per fare tutto questo, il calcolatore ha bisogno di "conoscere"
in anticipo la danzatrice. Ecco perché prima dello spettacolo
vengono associati nella sua memoria i quarantasette marcatori
che identificano ogni ballerina e la figura della danzatrice
stessa. Durante la performance, poi, le nove telecamere (coadiuvate
da sensori che rilevano altre caratteristiche dei danzatori,
come per esempio l'attività elettrica dei muscoli) catturano
il movimento sul palcoscenico, consentendo di tramutarlo in tempo
reale prima in numeri e poi in immagini e suoni.
A fare di Pycta uno spettacolo all'avanguardia o perciò
iI fatto che tutto ciò che avviene sul palco non è
semplicemente esibito, ma creato in tempo reale, e le immagini
e la musica che si sovrappongono ai movimenti delle ballerine
sono proprio quelli che derivano dai passi compiuti in quel momento.
E qui il ponte lanciato tra arte e tecnologia prende anche un
altro valore.
A Pycta infatti si è interessato l'Istituto auxologico
italiano, un network : di istituti scientifici che si occupa
dello studio e della cura dell'aterosclerosi, delle malattie
neurodegenerative e neuromuscolari e, insieme allo lusm, ha avviato
un progetto per mettere a punto terapie riabilitative per soggetti
affetti da neurodegenerazioni come il Parkinson.
"In questi pazienti i disturbi del movimento sono condizionati
dall'ambiente che li circonda" spiega Alessandro Mauro,
professore di neurologia all'Università di Torino e direttore
della Divisione di neurologia e neuroriabilitazione dell'Istituto
auxologico di Piancavallo (Verbania). "Il nostro primo obiettivo
è quindi realizzare una piattaforma sperimentale che,
basandosi su un sistema di cattura dei movimenti simile a quello
di Pycta, possa immergere il soggetto in un ambiente virtuale
diverso da quello in cui realmente si trova per poi osservare
le sue reazioni".
In che modo? Dotando la persona di un casco con display in grado
di dialogare con telecamere che cattureranno il suo movimento
in uno spazio chiuso. Il paziente sarà "proiettato"
in un ambiente che ricercatori e medici potranno modificare a
proprio piacimento, magari spostando oggetti all'improvviso,
riducendo l'apertura di un varco o cambiando la disposizione
dei muri.
"I fini di questo progetto sono due" continua Mauro.
"Il primo è appunto la comprensione dei disturbi
del movimento. Il secondo è creare terapie riabilitative
ad hoc. E non escludo che anche per questo secondo fine ci si
possa avvalere, per il training del paziente, anche di uno strumento
di realtà virtuale simile al casco che useremo per capire
i disturbi del soggetto".
Ma quanto bisognerà aspettare per avere i primi risultati?
Non molto. Il progetto dovrebbe partire in tempi brevi e già
all'inizio del prossimo anno si potranno condurre le prime sperimentazioni.
"Ci vorranno, poi, almeno un paio d'anni per giungere a
risultati concreti sulla comprensione dei disturbi del movimento",
afferma Mauro.
Ma le ricerche che prendono avvio da Pycta non si limitano alla
collaborazione lusm-Auxologico. E molte saranno nel campo dello
sport e nel recupero dagli infortuni.
"Grazie a un sistema come quello alla base dello spettacolo"
spiega Cappozzo "potremo studiare meglio il movimento delle
ossa".
Si potranno, per esempio, conoscere più a fondo i problemi
di cui soffre il ginocchio umano mettendo su tìbia e femore
dei marcatori simili a quelli delle ballerine che, grazie alla
stereofotogrammetria (la tecnica che consente un rilevamento
a partire da una coppia di fotogrammi di una stessa zona ripresa
da due punti diversi), permetteranno di ottenere immagini in
tre dimensioni.
"E' chiaro che alcuni esperimenti non si potranno fare in
vivo ma solo in vitro (su arti artificiali per esempio) per la
necessità di mettere i marcatori in profondità"
conclude Cappozzo. "Ma ci consentiranno comunque di approfondire
le nostre conoscenze e magari mettere a punto protesi ossee o
materiali sintetici per la sostituzione dei legamenti".
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