La polemica. LItalia
spaccata in due, al Nord le terapie più efficaci. Parkinson,
allarme dei tecnici, Nel Centro-Sud farmaci vecchi.
MILANO L'Italia delle
cure anti-Parkinson è spaccata in due. "Circa la
metà dei malati del Centro-Sud viene trattata con farmaci
vecchi, che alla lunga lasciano spazio a ricadute, complicazioni
motorie e crisi confusionali".
A lanciare l'allarme è Angelo Antonini, del Centro Parkinson
Cto-lcp di Milano, intervenuto ieri ad un incontro sul "Progetto
nazionale per la formazione sul Parkinson": un'iniziativa
contro i viaggi della speranza promossa dalla Rete nazionale
Parkinson e dall'Associazione Italiana Parkinsoniani e al via
il 17 maggio al Centro Congressi Ateneo Federico II di Napoli.
L'obiettivo è uniformare l'assistenza agli oltre 150.000
pazienti della penisola.
Un'indagine condotta su 1.700 neurologi italiani nel corso del
"Progetto Neuropa", avviato nel 2004 da Aip e Lega
italiana per la lotta contro le malattie di Parkinson, le sindromi
extrapiramidali (LIMPE) e le demenze, ha rivelato grandi disparità
geografiche nell'assistenza offerta ai malati.
"Colpiscono in particolare le differenze fra i farmaci prescritti:
se al Nord il 50% dei pazienti viene curato con i nuovi dopamino-agonisti
e solo il 30% con la classica Levodopa, al Centro le percentuali
passano al 35% con dopamino-agonisti e al 45% con Levodopa e
al Sud si ribaltano addirittura al 30% e 50% rispettivamente".
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