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Staminali, speranza lontana. Mariapaola Salmi (5 aprile 2007) |
Nuove terapie A caccia di segni premonitori
quali disturbi olfattori, motori del sonno, stipsi ostinata,
episodi depressivi, usati come marker della malattia. La ricerca
punta alla diagnosi precoce del Parkinson. "Quando la malattia
si manifesta, la degenerazione delle fibre dopaminergiche è
iniziata da 6-7 anni", spiega Fabrizio Stocchi, direttore
del Centro per la cura e la ricerca del morbo di Parkinson e
dei disturbi del movimento dell'Istituto a carattere scientifico
"San Raffaele" di Roma, "il cervello all'inizio
compensa i deficit di dopamina, mentre se si riuscisse a diagnosticare
in fase preclinica ci sarebbe una migliore risposta ai farmaci.
Gli strumenti per la diagnosi precoce sono l'ecografia transcranica
e la Spect". L'idea per ora è quella di trovare i
marker tra i parenti dei pazienti, aiutati dalla genetica che
fino ad oggi ha individuato almeno 12-13 diverse mutazioni geniche.
Sul fronte della neuroprotezione vi sono allo studio diverse
molecole come carnitina, coenzima Q12, rasagilina. Su quello
dei sintomi non motori si studiano la diminuzione della voce,
la diplopia, i dolori, i disturbi cognitivi, la disregolazione
termica, i disturbi delle sensibilità che si manifestano
durante i periodi "off" nei quali il paziente è
bloccato. "Riguardo il problema delle regolazione della
dopamina", continua Stocchi, "dobbiamo capire perché
i malati trattati con farmaci dopaminergici ad alte dosi vanno
incontro a fatti compulsivi come gioco d'azzardo, spese pazze,
ecc. Sulle staminali c'è ancora tanto da fare. Due studi
con trapianto di cellule fetali non hanno dato benefici ai pazienti.
La staminale ha un altro problema: il controllo della crescita,
il rischio è di sviluppare un tumore, bisognerebbe trovare
un fattore regolatore della crescita. Inoltre creare una riserva
di dopamina nel cervello non serve a niente se il neurotrasmettitore
non entra in collegamento con le aree cerebrali". Un gruppo
americano lavora all'autotrapianto di staminali: prelevate dal
paziente, trasformate in cellule dopaminergiche e reimpiantate.
Altri invece tentano di ricavare dalle staminali molecole che
funzionerebbero come farmaci. (mp. s.) |